sabato 26 luglio 2014

In difesa della Costituzione, della Democrazia, dei Territori (Documento di Crotone)


Documento di Crotone

In difesa della Costituzione, della Democrazia, dei Territori


Il presente documento nasce a seguito dell’iniziativa pubblica dal titolo “Difesa dei Beni Comuni e revisione della Costituzione”, tenutasi a Crotone il 12 e il 13 luglio 2014 e promossa dal Coordinamento Nazionale No Triv. Esso è aperto esclusivamente alla sottoscrizione di Associazioni/Movimenti/Comitati. Per aderire scrivere a: coordinamentonotriv@gmail.com

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È in corso un attacco alla nostra Costituzione, alla nostra democrazia, ai nostri territori.
Il quadro complessivo delle riforme costituzionali, unitamente alla riforma della legge elettorale, delinea una svolta autoritaria, che vanifica il sistema delle garanzie costituzionali e lascia presagire uno scenario istituzionale, a seguito del quale i cittadini avranno meno capacità decisionale.

Noi non siamo contrari ad una ipotesi di revisione della Costituzione, ma siamo contrari a questa revisione, che compromette la democrazia, minandola negli organi di rappresentanza territoriale, e che favorisce la blindatura della casta partitica in Parlamento.
Il disegno di legge di revisione costituzionale attualmente in discussione interviene principalmente su due questioni: il bicameralismo e l’assetto delle competenze legislative dello Stato e delle Regioni. Si tratta di due questioni strettamente connesse.

Il riordino delle competenze legislative previsto andrà a vantaggio dello Stato e a sicuro detrimento del ruolo delle Regioni. Se la riforma vedrà la luce, lo Stato potrà ergersi a decisore unico delle sorti dell’ordinamento locale, dei beni culturali e paesaggistici, del turismo, dell’energia, del governo del territorio, delle infrastrutture strategiche e di altre materie ancora.
La ratio sottesa alla proposta è quella di impedire che le Regioni possano in futuro legiferare su tali materie, partecipare ai procedimenti amministrativi, sostenere proposte alternative equo-sostenibili, opporsi alla realizzazione di numerosi progetti (come le grandi opere inutili e le infrastrutture strategiche), che le collettività locali e regionali contestano da tempo, per le evidenti implicazioni che hanno sui beni comuni e, in primo luogo, sulle risorse naturali.
È sufficiente pensare alla materia energetica.
Sebbene la riforma costituzionale del 2001 abbia attribuito l’energia alla competenza concorrente dello Stato e della Regione, la Corte costituzionale ha da tempo sostenuto che lo Stato possa sì disciplinare per intero la materia in presenza di interessi di carattere unitario, ma a condizione che alle Regioni sia lasciata la possibilità di esprimersi sulle scelte energetiche effettuate a Roma attraverso lo strumento dell’intesa. L’intesa della Regione si configura, infatti, come una sorta di compensazione per la “perdita” di competenza dovuta alla decisione dello Stato di attrarre a sé la competenza sulla materia energetica. Con il disegno di legge di revisione costituzionale questa (implicita) garanzia verrà, invece, meno. In questo modo, i progetti energetici potrebbero non richiedere più l’assenso della Regione.
Si pensi alla miriade di progetti petroliferi che il Governo ha in serbo di realizzare in Basilicata, in Abruzzo, in Sicilia, in Puglia o in Campania: in questi e in altri casi lo Stato farà sicuramente da sé.

Lo stesso può dirsi per le materie che residueranno in capo alle Regioni, posto che in ogni tempo lo Stato potrà esercitare la specialissima prerogativa che la riforma gli riserva: quella di privare la Regione della possibilità di legiferare anche nelle materie residuali solo perché così piace allo Stato, e cioè “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.

D’altra parte, il duro colpo che alla democrazia regionale e locale verrà inferto non potrà trovare rimedio neppure attraverso la partecipazione delle Regioni e dei Comuni in seno al nuovo Senato. Nonostante, infatti, che il nuovo art. 57 Cost. dichiari che i senatori rappresentano le “istituzioni territoriali”, le modalità di elezione individuate (attraverso i Consigli regionali) e il limitato numero di seggi a disposizione di ciascuna Regione (da attribuire “in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio”) finiranno, nei fatti, per favorire la presenza in seno al Senato dei partiti più grandi e rafforzare finanche l’egemonia degli stessi nella Camera dei Deputati, agevolati, in questo, da una legge elettorale in corso di approvazione profondamente ingiusta e antidemocratica.

In conclusione, la riforma costituzionale del Governo Renzi si pone in palese violazione del principio autonomistico e del principio democratico, qualificati come principi fondamentali della nostra forma di Stato. Per questa ragione ci opponiamo fermamente alla revisione costituzionale in corso e invitiamo i parlamentari tutti a non votare il disegno di legge e i cittadini a sostenere le ragioni del nostro dissenso.


Al momento hanno già aderito:

1) A Sud

2) Alba – Reggio Calabria

3) Associazione Antimafie “Rita Atria”

4) Associazione Ariano in Movimento

5) Associazione Futura – Venosa (PZ)

6) Associazione Ghea – Attigliano (TR)

7) Associazione Intercomunale Lucana

8) Associazione LAB.ZEN 2 Onlus – Palermo

9) Associazione “Peppino Impastato” Abruzzo

10) Associazione “Peppino Impastato” Sicilia

11) Associazione radicali Lucani

12) CAST – Comitato Ambiente Salute Territorio - Abruzzo

13) Circolo Valorizzazione Terre pubbliche attraverso le popolazioni locali – Abruzzo

14) CIUFER

15) Comitati Cittadini per l’Ambiente – Sulmona

16) Comitato Abruzzese per la Difesa dei Beni Comuni

17) Comitato civico S. Angelo dei Lombardi

18) Comitato No Megacentrale - Guspini – Sardegna

19) Comitato Viva la Costituzione del Veneto

20) Coordinamento Nazionale No Triv

21) Fabbrikando l’Avvenire

22) Fondazione Capta – Vicenza

23) Forum Ambientale dell’Appennino

24) Forum Siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni

25) L’Albero Vagabondo – Campania 

26) Madre Terra di Flumeri

27) Mediterraneo No Triv

28) No Petrolio Vallo di Diano

29) No Petrolio Alta Irpinia

30) No scorie Trisaia – Rotondella

31) No Triv Abruzzo

32) No Triv Basilicata

33) No Triv Calabria

34) No Triv Campania

35) No Triv Rossano

36) No Triv Valle del Belice

37) O.L.A. – Organizzazione Lucana Ambientalista

38) Piccoli Paesi

39) Rete della Conoscenza

40) Rete Stop Biocidio – Lazio

41) Salviamo il Paesaggio – Alto Milanese

42) San Vito Bene Comune


43) WWF – Provincia di Crotone

venerdì 18 luglio 2014

SU AMBIENTE E PETROLIO I PARLAMENTARI DE PD SFIDUCINO IL GOVERNO RENZI

Nel tentativo di portare all’incasso il risultato ottenuto alle recenti elezioni europee, Matteo Renzi preme sull’acceleratore delle grandi “riforme”, lancia moniti offensivi e continua a dispensare promesse a piene mani. La sua è una corsa all'impazzata e da ultimo miglio, malgrado le curve. Un film già visto con il Berlusconi delle mai realizzate “riforme liberali”, che avrebbero dovuto trasformare l'Italia in un Paese libero: liberato dall'ingombrante presenza illiberale e liberticida dei "comunisti".
Oggi come allora, i toni – eccessivi fino a rasentare la volgarità – prevalgono sui contenuti; le prove muscolari sulla competizione delle idee, sul confronto dialettico e sul rispetto delle regole.
“Il Paese non può più aspettare!”. Più che il Paese sembra proprio che Renzi, eternamente in sorpasso, non possa più attendere. E lo è a tal punto da cadere in quell’ansia di prestazione che già colpì il suo degno maestro: il Cavaliere.
Chi non ricorda la celebre frase: “Non mi fanno lavorare”? Ieri i catto-comunisti, oggi i “professori”, i “superburocrati” (ma chi la ha designati sulla base di rapporti di natura fiduciaria se non il timoniere di turno?), i “comitatini”, i movimenti (il Forum dell’Acqua Pubblica resta il "partito" con il maggior numero di consensi della storia dell’Italia repubblicana), i dissidenti interni al PD.

Ecco, dunque, spiegati due episodi noti ormai ai più: le dichiarazioni rese dal Premier in un'intervista rilasciata qualche giorno fa al Corriere della Sera sulla politica energetica e sui "comitatini"; l'imminente varo del c.d decreto "Sblocca-Italia", con il quale Governo darà il via libera alla realizzazione delle grandi opere, delle infrastrutture strategiche e al raddoppio della produzione nazionale di gas e petrolio.

In tutto questo "tritume" mediatico si sono, però, perse le tracce delle anime "patite e sofferenti" del PD, che nel corso della passata e della presente Legislatura hanno promosso e adottato Risoluzioni, volte ad impegnare il Governo ad intraprendere tutt'altra azione politica. Inutilmente, però. Nonostante il chiaro contenuto delle Risoluzioni e nonostante i diversi progetti di legge depositati sul blocco delle attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi in terraferma e in mare.

L’olimpo dei gloriosi "martiri" PD della resistenza contro le trivelle è affollato: Giovanni Legnini, Michele Pompeo Meta, Stefania Pezzopane, Marco Filippi, Nicodemo Nazzareno Oliverio, Salvatore Tomaselli, Colomba Mongiello, Tommaso Ginoble, Luigi Famiglietti, Mariastella Bianchi e tanti altri ancora.

Coerenza vorrebbe che tutti coloro che si sono schierati in difesa dei territori e dei beni comuni prendano le distanze da questa politica governativa, presentando una mozione di sfiducia nei confronti del Governo Renzi per aver tradito l’indirizzo politico espresso in sede parlamentare.

Parigi val bene una messa. O no? Se sì, che agissero subito; in caso contrario, la smettessero di pontificare e si tenessero stretto il loro amato Renzi.


Coordinamento Nazionale NO TRIV

giovedì 17 luglio 2014

Dopo L'Altra Europa


(contributo alla discussione del 19 luglio 2014)


Un progetto politico

Dopo l’esperienza de L’Altra Europa è ora il tempo di osare. Di avere il coraggio di avviare un processo costituente orizzontale, partecipativo, inclusivo, accogliente e trasparente che risponda alla domanda espressa e al credito concesso da più di un milione e 100 mila elettori.
Tutti insieme, le vaste reti di attivisti, gli intellettuali, le associazioni, i soggetti politici che hanno appoggiato e sostenuto la lista, le persone che si sono spese nei comitati territoriali, tutti insieme dobbiamo proseguire. Anche nel coinvolgimento di quanti sono rimasti finora ai margini, non riuscendo a fidarsi completamente dei primi e faticosi passi della nostra Lista; anche recuperando il rapporto con coloro che dopo un primo avvicinamento se ne sono allontanati.
Dobbiamo fare fin d’ora quel che tutti si attendono: lavorare ad un progetto politico per il paese. Dobbiamo unire tutte le relazioni che abbiamo tessuto, e costruire rapporti di fiducia con chi ancora non è parte di questa nostra “trama”, con chi si muove, vive e lotta nei territori, nei luoghi di lavoro, nei comitati, nei movimenti, nelle associazioni, negli spazi fisici e culturali dove si sostanziano le contraddizioni che avviliscono e impoveriscono il nostro tempo, in questa Europa e in questa Italia.


Dobbiamo essere coerenti e chiari

Un progetto politico chiaro e coerente, a partire dalla collocazione politica nello scenario italiano.
Il nostro programma, i dieci punti per le elezioni europee, lo spirito che ci ha guidati nella lunga campagna elettorale, le parole spese in migliaia di incontri pubblici, ci forniscono una traccia per la definizione di una carta di obiettivi e di valori non negoziabili.
Stop all’austerità. Rifiuto delle privatizzazioni dei beni comuni, della precarietà, del dominio dei poteri della finanza sui diritti delle persone, e delle scelte ispirate al liberismo. Accoglienza e solidarietà tra i popoli, perché cessi il massacro nel Mediterraneo. Contrasto delle mafie, del riciclaggio e della corruzione. Conversione ecologica, difesa dell’ambiente, tutela della salute, lotta contro le grandi opere imposte ed inutili e contro il saccheggio del territorio e il degrado del paesaggio, per trasporti equo-sostenibili ed il diritto alla mobilità per tutti. Ricostruzione di una cultura solidale, dei diritti civili, delle uguali opportunità di genere nelle differenze e di rispetto del vivente. Definizione di una politica estera che sappia rendere l’Europa promotrice di pace dentro e fuori i suoi confini.
Obiettivi e valori che ci pongono chiaramente fuori, contrari ed alternativi alle larghe intese italiane e europee e alla forze che le sostengono.
Appare pertanto ovvio che con le medesime forze politiche che stanno portando avanti le politiche liberiste, di saccheggio del territorio, di privatizzazioni dei beni comuni, e che stanno smantellando la nostra Costituzione non ci siano accordi possibili a partire dalle prossime elezioni regionali (evitando il ripetersi di geometrie variabili e di esperienze contraddittorie come quelle recenti in Piemonte e Abruzzo).
Per questo, a tutte le componenti del processo che ci apprestiamo ad iniziare si chiede una valutazione sull’opportunità di promuovere eventuali alleanze che costituirebbero motivo di imbarazzo ed in definitiva l’allontanamento di coloro che sulla costruzione di una reale alternativa  hanno investito.


L’emergenza democratica

Il Governo Renzi delle piccole-larghe intese, grazie al blocco economico e mediatico che lo sostiene, sta gettando le basi per uno stravolgimento degli equilibri democratici del nostro Paese e per portare avanti con maggior agio le politiche di austerity, le privatizzazioni di beni comuni e patrimonio pubblico, il sacrificio di diritti e tutele sull’altare della finanza e dei mercati.
Il processo avviato a partire dall’esperienza della lista “L’Altra Europa con Tsipras” deve assumersi in pieno la responsabilità di contrastare questo disegno, raccordandosi con tutte le iniziative e con i movimenti che si pongono all’opposizione di quanto si sta delineando all’orizzonte del nostro paese.
Abbiamo una grande responsabilità. Farci promotori in tutti i territori, in tutte le città, in tutto il Paese di una mobilitazione che scongiuri questo scippo della Costituzione spacciato per modernizzazione.

Domenico Finiguerra (ex candidato nord-ovest)
Annalucia Bonanni (ex candidata sud)
Enzo Di Salvatore (ex candidato sud)
Antonella Leto (ex candidata isole)
Domenico Gattuso (ex candidato sud)
Rossella Rispoli (ex candidata centro)
Ivano Marescotti (ex candidato nord-est)

Laura Cima (comitato Torino)
Roberta Radich (comitato Vicenza)
Pietro Del Zanna (comitato Siena)
Laura Orsucci (comitato Torino, referente regionale Piemonte)
Alessandro Ingaria (comitato Cuneo)
Barbara Diolaiti (comitato Ferrara)
Paolo Cacciari (comitato Venezia)
Antonia Romano (comitato Trento)
Vincenzo Pietrantonio (comitato Padova)
Francesco Maura (comitato Milano)
Christian Canzi (comitato Monza Brianza)
Pia Di Giuseppe (Comitato Brugherio - MB)
Anna Paganini (comitato Abbiategrasso)
Theirry Dieng (comitato Varese)
Andrea Calò (comitato Varese)
Carla Spessato (comitato Vicenza)
Mario Malandrone (comitato Asti)
Paola Marciani (comitato Vercelli)
Sonia Vella (comitato Valdossola)
Filippo Pirazzi (comitato Valdossola)
Marilena Ballestriero (comitato Legnano - Alto Milanese)
Paolo Trezzi (comitato Lecco)
Simonetta Astigiano (comitato Genova)
William Domenichini (comitato La Spezia)
Federico Gozzi (comitato Savona)
Marco Pericle Parisi (comitato Ponente Savonese)
Roberto Gambassi (Comitato Valdelsa)
Fausto Tenti (comitato Arezzo)
Federico Losurdo (Comitato Urbino)
Manlio Sorba (comitato Cagliari)
Rosario Agostaro (comitato Ogliastra)
Claudio Parentela (comitato Catanzaro)
Silvia Galiano (comitato Catanzaro)
Caterina Primiero (comitato Catanzaro)
Stefano Pulcini (comitato Giulianova)
Simone Pulcini (comitato Giulianova)
Enrico Gagliano (comitato Giulianova)
Rachele Cocciolito (comitato Teramo)
Carlo Alberto Ciaralli (comitato Roseto degli Abruzzi)
Riccardo Rossi (comitato Brindisi)
Rosa Pepe (comitato Potenza)
Gaetano Sabatino (comitato Palermo)
Pino Romano (comitato Palermo)
Alberto Mangano (comitato Palermo)
Cesare Borrometi (comitato Ragusa)
Angelo Di Natale (comitato provinciale Ragusa)
Marco Vizzotto (comitato Treviso)
Vincenzo Pellegrino (Comitato Polesano)
Dino Angelini (comitato Reggio Emilia)
Cristina Franchini (comitato Alessandria)
Fabrizio Biolè (comitato Cuneo)
Ugo Sturlese (comitato Cuneo)
Gigi Garelli (comitato Cuneo)
Tiziano Frezza (comitato L’Aquila)
Diana Maria Galassi (comitato L’Aquila)
Nicola Pisciavino (comitato Casalnuovo Monterotaro - FG)
Giovanni Del Monaco (Comitato Maddaloni - CE)
Agostino Del Monaco (Comitato Maddaloni - CE)

Paolo Andreozzi (blogger, Roma)
Athos Gualazzi (Partito Pirata)
Sandra Cangemi (giornalista Milano)
Graziano Polli (Attac Lomazzo)
Pino Greco (Fabbrikando l'Avvenire, Crotone)
Giusy Clarke Vanadia, (Azione Civile Catania)
Nicola Cipolla (presidente CEPES, Centro Studi ed Iniziative di Politica Economica in Sicilia)
Dario Sironi (Lista Civica per Sesto 2012 - Sesto San Giovanni)
Claudio Censoni (comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni)
Claudio Paci (Riotorto - LI)
Sandro Campagnola (MDF Verona)
Federica Liberatore (avvocato, Pescara)
Ivo Menna (pensionato, Vasto . CH)
Ester Mordini (insegnante, L’Aquila)
Rossella Matè (impeigata, Teramo)
Chiara D'Agostino (studentessa, Teramo)
Andrea Squartecchia (psicologo Penne - PE)
Alessandro Bazzan (Padova)
Gallenti Giuseppe (Catania)
Massimiliano Core (Comitato abruzzese per la difesa dei Beni Comuni)
Roberta Fanì (Comitato abruzzese per la difesa dei Beni Comuni)
Lidiana Pompeo (Comitato abruzzese per la difesa dei Beni Comuni)
Alessandro Pracilio ​ (​studente, Vasto ​- ​CH)

Maurizio Calenti ​ (​insegnante, Ascoli Piceno​)​